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Riflessione sulla poesia "Fratelli" di Giuseppe Ungaretti




Di che reggimento siete

fratelli?

Parola tremante

nella notte

Foglia appena nata

Nell'aria spasimante

involontaria rivolta

dell'uomo presente alla sua

fragilità

Fratelli


Al principio la poesia ci chiede a che “esercito” apparteniamo, ma poi continua affermando che anche se siamo di diverse nazioni ci accomuna la consapevolezza (appena nata, spasimante e involontaria) che siamo tutti fratelli.

Questo mi ricorda la mia scuola di musica dove i professori dicono che siamo uniti come fratelli grazie all’arte, anche se ad alcuni piace piú ballare piuttosto che suonare uno strumento. Ma in realtá non é sempre cosí, è difficile avere un sentimento di fraternitá verso qualcuno, pensare che l’altro sia mio fratello semplicemente perché suona uno strumento, perché l’ambizione, che ti porta a voler essere sempre migliore dell’altro, si rivela essere contro il nostro sentimento di fraternitá. Ballare e cantare bene sono i requisiti necessari per passare al livello successivo, e a quel punto mi chiedo: dov'è questo sentimento di fraternitá che doveva unirci tutti attraverso l’arte? L’ambizione di superare l’altro ci separa o potrebbe anche unirci?

Ugualmente siamo fratelli perché spinti da uno stesso desiderio.


Laura Polanco, Terza Media A, 2019

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